Il nuovo regolamento europeo sull’intelligenza artificiale, conosciuto come AI Act, segna un momento storico per l’Europa e il mondo intero. Dopo intensi negoziati protrattisi per oltre 36 ore, il Parlamento e il Consiglio europeo hanno finalmente raggiunto un consenso. Questa legislazione pionieristica stabilisce limiti chiari sull’uso del riconoscimento biometrico, adottando un approccio rigoroso con solo tre eccezioni consentite.
Questa decisione è stata presa dopo un lungo dibattito, specialmente sulla questione dell’impiego dell’intelligenza artificiale da parte delle forze dell’ordine. Il Parlamento europeo ha insistito per una restrizione totale, mentre il Consiglio, rappresentante degli Stati membri, propendeva per una linea più flessibile. Il punto focale di questa disputa è stato l’uso di tecniche di sorveglianza avanzate, come il riconoscimento biometrico in tempo reale e la polizia predittiva, che prevede l’uso di algoritmi per anticipare il rischio di reati.
Durante i negoziati, un gruppo di oltre 60 esperti in privacy e diritti digitali ha espresso preoccupazione attraverso una lettera aperta, sollecitando il Parlamento a mantenere fermi i divieti proposti.
La legge finale, come presentata dal Commissario Thierry Breton, vieta il riconoscimento biometrico eccetto in casi di minaccia terroristica imminente, ricerca di vittime o indagini su crimini gravi. Il Parlamento ha stabilito che il riconoscimento delle emozioni è espressamente proibito e ha chiarito che determinate applicazioni, come la polizia predittiva e il social scoring, sono vietate in Europa.
Il testo include anche normative sui cosiddetti modelli fondativi di intelligenza artificiale, come GPT-4 e LaMDA, con particolare attenzione alle loro possibili applicazioni da parte delle forze dell’ordine. Queste regolamentazioni dividono i modelli in categorie basate sulla loro potenza computazionale e impatto, richiedendo diversi livelli di conformità normativa.
Infine, l’AI Act introduce misure per rafforzare il copyright e richiede trasparenza sui contenuti generati da algoritmi. Ci sarà un periodo di transizione di 24 mesi, con un periodo di sei mesi per proibire gli usi non consentiti, e un “AI Pact” per consentire alle aziende di adeguarsi volontariamente prima dell’attuazione completa della legge.
Nonostante il raggiungimento di un accordo, il lavoro sull’AI Act non è ancora terminato. Restano da definire alcuni dettagli tecnici, e ci sono preoccupazioni che potrebbero emergere lacune normative che potrebbero permettere pratiche di sorveglianza e controllo intrusivi. La vigilanza sulla sua attuazione e gli sviluppi futuri restano fondamentali per garantire che la legge sia efficace e rispettosa dei diritti umani.