7 Decenni di Storia dei Videogiochi: Parte 1 | Dagli inizi agli anni 70

7 decenni di storia dei videogiochi che partono da questo primo approfondimento che racconta dagli albori fino alla fine degli anni 70. Dalle prime intuizioni tecnologiche ai successi iconici degli anni '70, che hanno gettato le basi per l’industria videoludica moderna.

7 Decenni di Storia dei Videogiochi. Da dove tutto è nato

Ogni grande rivoluzione tecnologica inizia con piccoli passi, spesso inaspettati. Affrontiamo i 7 decenni di storia dei videogiochi. Un viaggio straordinario che prende forma tra scoperte accidentali, esperimenti di laboratorio e la visione di pionieri che hanno intravisto il potenziale dell’interazione digitale. Nel contesto di un mondo che usciva dalla devastazione della Seconda Guerra Mondiale e si lanciava verso la corsa spaziale e la Guerra Fredda, i videogiochi nascono come una curiosità tecnologica, per poi iniziare a trasformarsi in un nuovo linguaggio di intrattenimento e innovazione.

Abbiamo già affrontato in termini generali questa storia affascinante nel nostro articolo introduttivo, in cui abbiamo elencato quali sono stati i 14 titoli che hanno influenzato maggiormente lo sviluppo dei videgame. In questo primo capitolo, esploreremo gli albori della storia videoludica, dagli esperimenti degli anni ’40 e ’50 fino ai primi grandi successi commerciali degli anni ’70. È la nascita di un’industria che cambierà il modo in cui il mondo si diverte, comunica e vive la tecnologia. Un racconto che parte da semplici pixel per aprire le porte a un futuro illimitato.

La storia dei videogiochi è un viaggio straordinario che ha trasformato semplici esperimenti scientifici in un’industria multimiliardaria che appassiona milioni di persone in tutto il mondo. Dai primi giochi in bianco e nero che popolavano le sale giochi agli eSports che oggi riempiono stadi e piattaforme di streaming, i videogiochi hanno influenzato la cultura, l’intrattenimento e persino la società stessa.

Ma come siamo arrivati a tutto questo? Ripercorriamo le tappe fondamentali della storia dei videogiochi, dai pionieri del passato fino agli incredibili sviluppi del presente, per dare uno sguardo a quelle che sono le avvisaglie di un futuro sempre più immersivo.

7 Decenni di Storia dei Videogiochi: I Primi Esperimenti e i Videogiochi Preistorici (1950-1970)

I primi tentativi di creare videogiochi risalgono agli anni ‘50, quando i computer erano macchine enormi e costose, utilizzate principalmente in ambito accademico e militare.

1958: Tennis for Two

La data è quella del 18 Ottobre del 1958, quando un fisico di nome William Higinbotham, creò quello che viene considerato il primo vero videogioco della storia. Per intrattenere i visitatori durante un open day, Higinbotham creò un gioco chiamato “Tennis for Two”. Utilizzando un oscilloscopio, i giocatori potevano sfidarsi in una semplice partita di tennis, con una linea che rappresentava il campo e un punto luminoso che fungeva da pallina.

7 decenni di Storia dei videogiochi - Tennis for Two
Tennis for Two: Il primo videogioco elettronico della storia

E’ interessante notare che all’epoca non suscitò un grande impatto a livello mediatico o commerciale. Tuttavia, il gioco ebbe un effetto sorprendente sui visitatori che ebbero l’opportunità di provarlo.

L’impatto sui visitatori

Quella prima installazione (e probabilmente l’unica) di “Tennis for Two“, durante un evento pubblico presso il Brookhaven National Laboratory a Long Island, New York, era intesa come intrattenimento scientifico. L’obiettivo di Higinbotham non era creare un videogioco come lo intendiamo oggi, ma piuttosto dimostrare in modo interattivo la potenza dei computer analogici dell’epoca.

Durante quell’open day, il gioco era disponibile su un grande oscilloscopio, con un controller che permetteva ai visitatori di interagire direttamente con la “pallina” sullo schermo. La reazione del pubblico fu di meraviglia e curiosità. Per molti, era la prima volta che vedevano qualcosa di interattivo visualizzato su uno schermo. I visitatori, soprattutto i più giovani, fecero lunghe code per provare il gioco, il che dimostrò un interesse e un fascino immediato, nonostante la semplicità del concetto.

Perché non ebbe una diffusione più ampia?

Nonostante il suo successo locale, “Tennis for Two” non ebbe un impatto duraturo fuori dal laboratorio per diverse ragioni:

  • Nessuna intenzione commerciale: Higinbotham creò il gioco come un progetto dimostrativo e non brevettò l’idea né tentò di commercializzarla. Per lui era semplicemente un modo di rendere interessante un evento scientifico.
  • Limitazioni tecnologiche: Il gioco funzionava su un computer analogico che occupava un’intera stanza e richiedeva un oscilloscopio per visualizzare la grafica. Questo lo rendeva impraticabile per un utilizzo commerciale su larga scala.
  • Mancanza di visibilità: All’epoca, la tecnologia dei computer era accessibile solo a scienziati e tecnici specializzati, e il pubblico non aveva la stessa familiarità con l’informatica che abbiamo oggi. Non esistevano canali mediatici in grado di diffondere notizie su questo tipo di innovazioni al grande pubblico.

Il gioco fu smantellato dopo l’evento e si persero rapidamente le tracce e la memoria. Lo stesso creatore del gioco non si considerà mai un “precursore”.

Solo molti anni più tardi, quando si inizià a costruire una paleostoria del videogame, ripescarono quel primo esempio.

Per chi fosse interessato o fosse curioso, esistono diverse moderne interpretazioni del gioco. Ne trovate un esempio a questo link per Android, a questo per Mac iOS. A questo link trovate una versione web.

7 Decenni di Storia dei Videogiochi: 1962 – Spacewar! Arriva la prima guerra spaziale

Un altro pioniere del mondo videoludico fu Steve Russell, uno studente del MIT (Massachusetts Institute of Technology), che nel 1962 sviluppò “Spacewar!”, considerato uno dei primi veri videogiochi per computer. Questo titolo, in cui due giocatori controllavano astronavi che si sfidavano sparandosi a vicenda in un campo gravitazionale, non solo era tecnologicamente innovativo per l’epoca, ma pose le basi per il design e la logica dei videogiochi moderni.

L’occasione per il suo sviluppo

“Spacewar!” nacque come un esperimento tecnologico su un computer PDP-1 (Programmed Data Processor-1), un sistema informatico all’avanguardia per quei tempi, ma incredibilmente costoso. Questo computer era stato donato al MIT dalla Digital Equipment Corporation (DEC), che sperava di dimostrarne le potenzialità pratiche attraverso applicazioni innovative.

Russell, insieme ad altri studenti del MIT, voleva utilizzare il PDP-1 per creare qualcosa di più interattivo rispetto alle tradizionali simulazioni matematiche o visualizzazioni scientifiche. La loro idea era di sviluppare un gioco che sfruttasse al massimo il potenziale grafico del PDP-1, che aveva un monitor CRT capace di visualizzare immagini vettoriali. Il risultato fu “Spacewar!”, un gioco che combinava abilità, strategia e interattività in modo unico per l’epoca.

Il gameplay innovativo

In “Spacewar!”, due astronavi – chiamate “Needle” e “Wedge” per le loro forme – si affrontavano in un’area di gioco dominata dalla presenza di una stella centrale che generava un campo gravitazionale. I giocatori dovevano evitare di essere attratti dalla gravità della stella mentre cercavano di distruggere l’astronave avversaria usando un numero limitato di proiettili. Il gioco includeva anche un’opzione per il “salto iperspaziale”, che permetteva alle astronavi di teletrasportarsi in un punto casuale dello schermo, offrendo sia una via di fuga che un rischio tattico.

7 decenni di Storia dei videogiochi - Spacewar
Spacewar in funzione su un PDP-1

L’impatto e la diffusione

Nonostante fosse giocabile solo su un PDP-1, “Spacewar!” ebbe un impatto enorme all’interno della comunità accademica e tecnologica. Fu presto distribuito gratuitamente (insieme al codice sorgente) ad altre università e istituzioni che possedevano un PDP-1, diffondendosi come un progetto dimostrativo delle potenzialità di questa macchina. Il gioco divenne un passatempo amatissimo dai programmatori e studenti, tanto che il PDP-1 veniva spesso utilizzato più per giocare a “Spacewar!” che per compiti scientifici.

Spacewar viene ricordato anche per il primo intervento di ottimizzazione del codice apportato per rendere il gioco più fluido sull’hardware davvero limitato a disposizione. Uno degli sviluppatori, Dan Edwards, intervenì e migliorò notevolmente il gioco rendendolo più fluido e quindi più divertente.

L’eredità di Spacewar!

“Spacewar!” è considerato un punto di riferimento storico, poiché influenzò direttamente la nascita dei giochi arcade. Nel 1971, Nolan Bushnell e Ted Dabney, che successivamente avrebbero fondato Atari, presero ispirazione da “Spacewar!” per creare il primo arcade commerciale, “Computer Space”.

7 decenni di Storia dei videogiochi - Il team di Atari
Nolan Bushnell e Ted Dabney, fondatori di Atari, immortalati vicino ad una delle loro creazioni più importanti: Pong

Anche se “Spacewar!” non ebbe una diffusione di massa al di fuori del mondo accademico, il suo design innovativo, il gameplay competitivo e la capacità di sfruttare la tecnologia disponibile al massimo lo resero un precursore diretto del gaming moderno. Ancora oggi è riconosciuto come un capolavoro pionieristico che gettò le basi per un’industria destinata a rivoluzionare il mondo.

Potete giocare ad una emulazione altamente realistica del gioco su questo sito. E’ implementata su una accuratissima emulazione del PDP-1

7 Decenni di Storia dei Videogiochi: L’Età dell’Oro dei Cabinati (1970-1980)

E’ con l’arrivo degli anni ’70 che i videogiochi fecero il salto dalle università alle sale giochi. I cabinati arcade divennero un’icona della cultura pop, affollando bar, centri commerciali e persino stazioni di servizio. Il salto avvenne grazie anche alla mente visionaria di due persone che abbiamo già incontrato: Bushnell e Dabney, che intuirono che i videogiochi potevano diventare un mercato molto redditizio. Una piccola considerazione: A quei tempi non esistevano i videogiochi.

1972: Nasce Atari – Il Pioniere dell’Industria Videoludica

Fondata nel 1972 da Nolan Bushnell e Ted Dabney, Atari è stata la prima azienda a trasformare i videogiochi in un fenomeno commerciale globale. Con una visione pionieristica e un’innovazione senza precedenti, Atari non solo ha lanciato il primo grande successo arcade, Pong, ma ha anche gettato le basi per l’intera industria del gaming, introducendo al grande pubblico sia i cabinati arcade che le console domestiche.

In un’epoca in cui l’idea di “videogioco” era ancora confinata agli esperimenti accademici, Atari riuscì a portare questa tecnologia nelle sale giochi, nei bar e infine nelle case, rivoluzionando il concetto di intrattenimento digitale. Grazie al suo approccio creativo e alla capacità di intuire le potenzialità di un mercato nascente, l’azienda guidò il passaggio dai semplici giochi sperimentali a un’industria multimiliardaria.

Il nome “Atari” deriva da un termine del gioco giapponese Go, che significa “essere in vantaggio” o “essere prossimo alla vittoria”, un simbolo perfetto per un’azienda che ha sempre puntato a essere un passo avanti rispetto alla concorrenza. Nel corso degli anni ’70 e ’80, Atari ha introdotto una serie di prodotti rivoluzionari, tra cui il Pong, il 2600 (una delle prime console domestiche di successo) e numerosi titoli iconici.

Sebbene l’azienda abbia affrontato momenti difficili, inclusa la crisi dei videogiochi del 1983, il suo impatto sull’industria resta indelebile. Atari non è solo un nome nella storia dei videogiochi: è il simbolo della nascita di un’era, quella in cui il gaming ha iniziato a conquistare il mondo.

1972: Pong e la Nascita del Successo Commerciale

Se c’è un videogioco che può essere considerato il primo vero successo commerciale della storia, quello è Pong, creato da Atari nel 1972. Ideato da Allan Alcorn su suggerimento di Nolan Bushnell, fondatore di Atari, Pong è stato il primo gioco a portare i videogiochi fuori dal contesto accademico e sperimentale, rendendoli un fenomeno culturale. Con le sue meccaniche semplici ma coinvolgenti, Pong ha posto le basi per l’intera industria del gaming.

7 decenni di Storia dei videogiochi - Il game play di Pong
Una schermata del primo Pong. Davvero minimale

L’idea dietro Pong

L’idea di Pong nacque da una combinazione di ispirazione e necessità. Nolan Bushnell, che aveva già lavorato a Computer Space (il primo cabinato arcade commerciale, ma troppo complesso per il pubblico), voleva un gioco molto più semplice. Sfidò Allan Alcorn, un ingegnere appena assunto, a creare un prototipo ispirato al concetto di ping pong.

7 decenni di Storia dei videogiochi - Al Alcorn, ideatore di Pong

Alcorn, inizialmente pensando che fosse un semplice esercizio, creò un prototipo in poche settimane. Il gameplay era essenziale: due barre che si muovevano verticalmente sullo schermo rappresentavano i giocatori, mentre un punto luminoso (la pallina) si muoveva avanti e indietro. Il gioco era competitivo, intuitivo e incredibilmente facile da capire, un punto chiave per il suo successo.


Il lancio e il successo inaspettato

Il primo prototipo di Pong fu installato in un bar locale, l’Andy Capp’s Tavern, a Sunnyvale, in California. Poco dopo l’installazione, il cabinato si bloccò: il problema? Il raccoglitore di monete era talmente pieno che non poteva più accettare gettoni. Questo episodio è diventato leggenda e segnò il primo segnale del potenziale di Pong come fenomeno commerciale.

7 decenni di Storia dei videogiochi - Uno dei primi cabinati

Nel giro di pochi mesi, Atari iniziò la produzione su larga scala del cabinato Pong. Il successo fu immediato: in meno di due anni, furono vendute circa 8.000 unità, rendendo Pong il primo grande successo dell’industria arcade. Anche le vendite di cabinati successivi da parte di altre aziende, ispirati a Pong, contribuirono a solidificare il mercato nascente.


Un fenomeno culturale

Pong non era solo un gioco: era un’esperienza sociale. Le sale giochi iniziarono a proliferare, offrendo agli utenti luoghi dove competere e socializzare. Pong attirò non solo i giovani, ma anche un pubblico più adulto, dimostrando che i videogiochi potevano raggiungere un’ampia gamma di persone.

7 decenni di Storia dei videogiochi - Un'immagine delle prime sale giochi degli anni 70

Nel frattempo, il successo di Pong alimentò la crescita di Atari e ispirò una miriade di imitatori. Alcune aziende cercarono di copiare il concetto, portando a una serie di dispute legali. Ad esempio, Magnavox, il produttore della console Odyssey, intentò una causa contro Atari sostenendo che Pong violasse i diritti di un gioco simile sulla loro piattaforma. Atari risolse la questione pagando una cifra simbolica, ma continuò a dominare il mercato.


L’eredità di Pong

Pong non fu solo un gioco: fu il catalizzatore che trasformò i videogiochi in un’industria. La sua semplicità lo rese accessibile a tutti, creando una base di fan che desideravano più esperienze di gioco. Inoltre, il successo di Pong dimostrò che i videogiochi non erano solo una curiosità tecnologica, ma un prodotto commerciale con un immenso potenziale.

Oggi, Pong è visto come uno dei giochi più importanti della storia. Ha ispirato non solo l’industria arcade, ma anche l’evoluzione delle console domestiche e dell’intrattenimento digitale. Il suo design minimalista è ancora un esempio perfetto di come un concetto semplice e ben eseguito possa diventare iconico.

Curiosità:

  • Pong è spesso citato come il padre dei videogiochi commerciali, anche se non è tecnicamente il primo gioco mai creato. Abbiamo già visto titoli come Spacewar! e Tennis for Two che lo precedono, ma Pong fu il primo a diventare un successo su larga scala.
  • Nel 1975, Atari rilasciò una versione domestica di Pong, che divenne una delle prime console dedicate. Questo segnò l’inizio dell’espansione dei videogiochi dal settore arcade alle abitazioni private, un trend che avrebbe dominato il futuro del gaming.
7 decenni di Storia dei videogiochi - Una delle prime console casalinghe. Atari

Con Pong, Atari non solo creò un gioco, ma accese una scintilla che avrebbe portato all’ascesa dell’industria dei videogiochi, trasformando per sempre il modo in cui interagiamo con la tecnologia.

1978: Space Invaders e la Rivoluzione Arcade

Tra i giochi che hanno segnato la storia dei videogiochi, Space Invaders occupa un posto speciale. Creato nel 1978 da Tomohiro Nishikado per l’azienda giapponese Taito, questo gioco non solo è diventato un fenomeno mondiale, ma ha anche cambiato per sempre il modo in cui i videogiochi venivano progettati, distribuiti e giocati. Space Invaders è considerato uno dei pilastri fondamentali dell’età dell’oro dei cabinati arcade, dando il via a una vera e propria mania globale.

7 decenni di Storia dei videogiochi - Un'icona entrata nella storia. Il cattivo di Space Invader
L’icona dell’alieno pixellato è uno dei più noti e iconici di tutta la storia dell’informatica

L’idea dietro Space Invaders

L’ispirazione per Space Invaders venne a Nishikado da una combinazione di influenze culturali e tecniche. Durante gli anni ’70, il mondo era affascinato dall’idea di una possibile invasione aliena, alimentata dal successo di film come “Guerre Stellari” (Star Wars, 1977). Nishikado immaginò un gioco che mettesse il giocatore nei panni di un eroe solitario, impegnato a difendere la Terra da un’onda inarrestabile di invasori extraterrestri.

Nishikado progettò personalmente il gioco, sviluppando anche l’hardware necessario per eseguire il suo codice, dato che i computer disponibili all’epoca non erano abbastanza potenti per supportare la sua visione. Il risultato fu un cabinato arcade che combinava grafica semplice ma efficace, gameplay intuitivo e una curva di difficoltà crescente che teneva i giocatori incollati allo schermo.


Il gameplay rivoluzionario

In Space Invaders, il giocatore controlla una cannoniera posta alla base dello schermo, con l’obiettivo di abbattere un esercito di alieni che si muovono in formazione e avanzano gradualmente verso il basso. Gli alieni accelerano man mano che il giocatore li elimina, una caratteristica che Nishikado non aveva pianificato: era un effetto collaterale della limitata capacità di elaborazione del processore, ma si rivelò un elemento cruciale per aumentare la tensione e il coinvolgimento.

Il gioco introduceva anche una barriera difensiva che poteva essere distrutta dagli alieni o dal giocatore stesso, aggiungendo un ulteriore livello di strategia. Inoltre, Space Invaders fu tra i primi giochi a includere un punteggio visibile sullo schermo, stimolando i giocatori a competere tra loro per ottenere il record più alto.


L’impatto culturale e commerciale

Space Invaders fu un successo senza precedenti. Il gioco incassò oltre 3,8 miliardi di dollari in monete durante i suoi primi anni di vita e vendette più di 100.000 cabinati arcade in tutto il mondo. In Giappone, la popolarità del gioco raggiunse livelli tali da provocare una carenza di monete da 100 yen, tanto che il governo fu costretto a incrementare la produzione.

Il successo del gioco non si limitò all’aspetto commerciale: Space Invaders introdusse l’idea di un gameplay più complesso e strutturato, con livelli che aumentavano progressivamente in difficoltà. Questo approccio divenne uno standard per i giochi successivi.


Curiosità e innovazioni

  • Il primo “boss alieno”: Space Invaders introdusse l’idea del “misterioso UFO” che appariva occasionalmente nella parte superiore dello schermo, offrendo un punteggio bonus se colpito.
  • Musica dinamica: La colonna sonora del gioco, composta da un semplice battito crescente, era sincronizzata con l’aumento della velocità degli alieni, creando un senso di tensione sempre più intenso.
  • Un’icona pop: Gli alieni pixelati di Space Invaders sono diventati uno dei simboli più riconoscibili della cultura videoludica, apparendo su merchandise, pubblicità e arte contemporanea.

L’eredità di Space Invaders

Space Invaders non fu solo un successo commerciale: rivoluzionò l’intera industria videoludica. Il gioco dimostrò che i videogiochi potevano essere non solo un passatempo divertente, ma anche un business estremamente redditizio. Inoltre, ispirò un’intera generazione di sviluppatori, dando vita a titoli iconici come Galaga, Asteroids e Defender.

Oggi, Space Invaders è considerato un classico intramontabile. La sua semplicità e la sua capacità di coinvolgere i giocatori rimangono un esempio di design perfetto, e il gioco continua a essere celebrato attraverso remake, adattamenti e omaggi in nuove piattaforme. Space Invaders non è solo un videogioco: è una pietra miliare che ha segnato l’inizio dell’era moderna dei videogiochi.

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Gli anni ’70 si chiudono lasciando alle spalle un’epoca di sperimentazione e pionierismo. Titoli come Pong e i primi cabinati arcade hanno acceso una scintilla, trasformando il videogioco da semplice curiosità tecnologica a fenomeno emergente della cultura pop. Nel frattempo, il mondo stava cambiando rapidamente: la Guerra Fredda dominava lo scenario geopolitico, la tecnologia stava iniziando a entrare nelle case con i primi personal computer, e movimenti culturali come il punk rock e la rivoluzione femminista stavano riscrivendo le regole della società.

In questo contesto di fermento culturale e innovazione tecnologica, gli anni ’80 si preparavano a portare il gaming a un livello completamente nuovo. Un decennio di esplosione creativa e commerciale attendeva all’orizzonte, segnando l’inizio della grande era dei cabinati arcade e delle console domestiche. Ma questa è un’altra storia…

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